I tassi di interesse della Banca Centrale Europea (BCE): meccanismi ed effetti

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Nel settore finanziario i tassi di interesse fissati dalla BCE costituiscono una base di riferimento usata dagli operatori per fissare il costo del denaro: ad esempio per stabilire il tasso da applicare ad un mutuo o per calcolare la cedola di una obbligazione. 
In un contesto economico globale sempre più complesso, comprendere il ruolo e le dinamiche dei tassi BCE è fondamentale per interpretare le evoluzioni dei mercati finanziari e le strategie economiche adottate dall’Unione Europea.

 

Highlights

  • Obiettivo BCE: il mantenimento della stabilità dei prezzi nell'area dell'euro, puntando a un tasso di inflazione del 2% nel medio periodo attraverso l’uso degli strumenti di politica monetaria, in primis i tassi di interesse.
  • Tassi di interesse BCE: la BCE fissa il tasso di deposito, di rifinanziamento marginale e rifinanziamento principale. 
  • Politica monetaria della BCE: la Banca centrale può intraprendere politiche espansive o restrittive, abbassando o alzando i tassi di interesse, in modo da raggiungere il target inflazionistico del 2%. 
  • Effetto a cascata: quando la BCE modifica i tassi di interesse, questi influenzano direttamente le operazioni interbancarie e, di riflesso, i tassi applicati dalle banche alla clientela finale. 
  • Tasso EURIBOR: è l’insieme dei tassi di interesse al quale avvengono gli scambi tra istituzioni creditizie all’interno dell’Unione Europea ed EFTA. Rendimento titoli di stato: il rialzo o ribasso dei tassi di interesse da parte della BCE influisce anche sui rendimenti dei titoli governativi. 

Qual è l’obiettivo principale della politica monetaria della BCE?

Il principale compito della BCE è quello di mantenere la stabilità dei prezzi ovvero, controllare l’inflazione. 
In particolare, l’obiettivo principale della politica monetaria della BCE è di contenere l’inflazione dell’Area Euro al 2% in un orizzonte di medio termine. In termini semplici, l’obiettivo della BCE è quello di avere una crescita dei prezzi al consumo, ossia quelli pagati dalle famiglie per le proprie spese, contenuta. La BCE tenta quindi di “combattere” sia un’inflazione troppo alta, sia un’inflazione troppo bassa che rischia di diventare deflazione.

Per raggiungere il suo obiettivo la BCE ha a disposizione diversi strumenti, tra i quali rivestono un ruolo fondamentale i tassi che quest’ultima applica alle banche del sistema nelle operazioni di rifinanziamento e di deposito.

 

Cosa sono e come funzionano i tassi di interesse della BCE?

I tassi di interesse fissati dalla BCE costituiscono un punto di riferimento per il settore bancario e per l’intero sistema finanziario europeo. In particolare, i tassi della BCE influenzano direttamente i tassi del mercato interbancario, cioè il mercato in cui le banche si scambiano tra loro denaro. A cascata, le manovre di rialzo o di ribasso dei tassi da parte della BCE modificano i tassi applicati dalle banche alla propria clientela, sia per quanto attiene ai prestiti sia per quanto riguarda i depositi.
Similmente gli effetti delle manovre di politica monetaria si riverberano sull’intero settore obbligazionario, influenzando quindi i rendimenti dei titoli di stato e di quelli emessi dalle imprese.

 

I tassi di interesse della BCE: tre tipi

La Banca Centrale Europea utilizza tre principali tassi di interesse per guidare la politica monetaria nell’Eurozona: il tasso di deposito, il tasso di rifinanziamento marginale e il tasso di rifinanziamento principale.

 

Tasso di deposito

È il tasso (calcolato su base annua) che la BCE riconosce alle banche che depositano overnight (cioè per un giorno) liquidità sui conti detenuti presso la BCE stessa. Una banca può ovviamente ripetere per più giorni un’operazione di deposito presso la BCE e ricevere il corrispondente tasso di interesse.

Si tratta quindi di un tasso di interesse a brevissimo termine.

 

Tasso di rifinanziamento marginale

È il tasso (calcolato su base annua) che una banca paga alla BCE per operazioni di rifinanziamento ad un giorno. Anche in questo caso si tratta di un tasso a brevissimo termine, fisiologicamente più alto del tasso di deposito. La BCE presta infatti denaro alle banche, ad un giorno, ad un tasso maggiore di quello che riconosce sui depositi della stessa durata.

 

Tasso di rifinanziamento principale

È il tasso (calcolato su base annua) relativo alle operazioni di rifinanziamento del sistema bancario che la BCE effettua settimanalmente, e che hanno scadenza settimanale. In termini semplici, ogni settimana la BCE presta denaro alle banche, in cambio della garanzia di titoli, per una settimana al tasso di rifinanziamento principale. Trascorsa una settimana le banche restituiscono il denaro alla BCE e riottengono i titoli dati in garanzia. Immediatamente viene predisposta una nuova operazione settimanale. Il tasso di rifinanziamento principale BCE, che assume sempre un valore compreso tra quello di rifinanziamento marginale e il tasso di deposito, è quello a cui per molto tempo ci si è riferito come il tasso ufficiale della Banca Centrale Europea, quello più rilevante per i mercati. Negli ultimi anni, tuttavia, a seguito del forte aumento della liquidità immessa nel sistema dalla BCE attraverso le operazioni di finanziamento a più lungo termine alle banche (LTRO e TLTRO) e attraverso gli acquisti di titoli (il Quantitative Easing), il tasso di riferimento per i mercati è divenuto quello sui depositi. È ad esso, infatti, che si sono allineati più da vicino i tassi interbancari.

Il livello attuale di questi tre tassi di interesse è reperibile sulla homepage del sito della BCE.

 

Perché la BCE abbassa o alza i tassi di interesse? 

Al fine di raggiungere il proprio obiettivo di mantenimento della stabilità dei prezzi, la BCE agisce sui tassi di interesse alzandoli o abbassandoli, sulla base della propria politica monetaria. 

Perché la BCE alza i tassi? In via generale, ed in termini semplici, quando l’indice sale oltre l’obiettivo inflazionistico BCE del 2%, la Banca Centrale Europea tenderà ad aumentare i tassi di interesse per “raffreddare” l’economia, con l’obiettivo di far calare i prezzi. Infatti, se i tassi della BCE vengono alzati, il costo del denaro aumenta nell’intero sistema bancario. Le banche tenderanno quindi a concedere credito a tassi più elevati, scoraggiando gli investimenti delle imprese ed i consumi delle famiglie. 

Perché la BCE abbassa i tassi?
Viceversa, se l’inflazione è troppo bassa, o addirittura vi è deflazione (i prezzi al consumo scendono), la BCE agisce abbassando i propri tassi di interesse (e aumentando il volume delle operazioni di rifinanziamento al sistema bancario), così da rendere meno costoso alle banche approvvigionarsi di denaro per concedere crediti. Ciò ha l’obiettivo di agevolare il “riaccendersi” dell’economia e, di conseguenza, stimolare il rialzo dei prezzi. 

 

Effetti della politica monetaria espansiva e restrittiva 

Il tipo di politica monetaria, espansiva o restrittiva, condotta dalla BCE, influisce sull’andamento di tutti i tassi di interesse del settore bancario/finanziario. 
In generale, le manovre di politica monetaria della BCE influenzano i tassi di interesse del mercato interbancario; a loro volta questi tassi di interesse modificano le condizioni applicate dalle banche sui prestiti e sui depositi. Ma anche i rendimenti dell’intero settore obbligazionario, composto sia da titoli di stato sia da titoli emessi dalle imprese, si modificano a seguito delle decisioni della BCE. 

Effetti e tipologie di tassi di interesse del mercato interbancario

Il mercato interbancario dei depositi è definito come l’insieme delle negoziazioni attraverso cui le istituzioni creditizie si scambiano disponibilità liquide, indipendentemente dalla forma tecnica di prestito. I mercati interbancari favoriscono la gestione degli sbilanci di cassa delle banche: quando una banca si trova a detenere un eccesso di liquidità può decidere, infatti, o di versarla presso la BCE o di prestarla ad un’altra banca che si trova invece in condizioni di carenza di liquidità. E similmente, se una banca ha necessità di liquidità a breve può decidere di accedere ad una delle operazioni di rifinanziamento della BCE, oppure di reperire fondi sul mercato interbancario.
I mercati interbancari rappresentano il primo anello della catena di trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Quando la BCE muove i suoi tassi di interesse anche sul mercato interbancario i tassi si modificano.

Tassi Euribor

In Europa, i tassi del mercato interbancario vengono denominati attraverso la sigla EURIBOR® (Euro InterBank Offered Rate).
EURIBOR® è quindi il tasso (o meglio la famiglia di tassi) a cui vengono scambiati depositi (non garantiti) denominati in euro tra le istituzioni creditizie dell’Unione Europea e dei paesi EFTA (1).

L’ EURIBOR® viene calcolato giornalmente dallo European Money Markets Institute, una associazione non profit autorizzata in qualità di Amministratore di Benchmark ai sensi della Benchmark Regulation della UE. Questo tasso viene calcolato su diverse scadenze: 1 settimana, 1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 12 mesi. Vi sono quindi diversi tassi EURIBOR ® che possono essere utilizzati, ad esempio, come base di riferimento per l’applicazione di tassi di interesse variabili sui mutui. Si tenga presente che, salvo eccezioni, il livello dei tassi Euribor fino a 3 mesi si mantiene all’interno del range composto dal tasso di rifinanziamento Marginale e dal tasso di Deposito della BCE. Negli ultimi anni, tuttavia, a partire dalla crisi finanziaria del 2008 esso ha teso ad attestarsi più vicino a quest’ultimo, a causa dell’elevata liquidità immessa dalla BCE nel sistema attraverso il programma di acquisto titoli (Quantitative Easing) e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine alle banche (LTRO e TLTRO).

Sempre in relazione agli scambi effettuati sul mercato interbancario, esiste un ulteriore tasso di interesse di riferimento denominato Euro Short-Term Rate (€STR), calcolato direttamente dalla BCE. Sulla base di una decisione del Consiglio direttivo del 21 settembre 2017, la Banca Centrale Europea produce, infatti, un tasso con durata a un giorno (overnight) che funge da complemento agli indici di riferimento prodotti dal settore privato.
Il tasso Euro Short-Term Rate (€STR) misura il costo della raccolta all'ingrosso non garantita con scadenza a un giorno di un campione di banche dell'area dell'euro. Il suo calcolo si basa sui dati raccolti dall’Eurosistema nell'ambito del Money Market Statistical Reporting (MMSR), raccolta statistica introdotta nel 2016 riguardante tutte le transazioni condotte sul mercato monetario dalle maggiori banche dell'area dell'euro.

Ovviamente non esiste solo il mercato interbancario europeo. In ogni paese/area economica avvengono scambi di depositi tra banche. E in alcune piazze finanziarie internazionali gli scambi avvengono anche tra istituti di diversi paesi.
Ad esempio, negli Stati Uniti assume rilevanza il Federal Funds rate, cioè il tasso a cui le banche si scambiano riserve depositate presso la FED overnight (cioè ad un giorno). Il livello di questo tasso deve rimanere all’interno di un range stabilito periodicamente dalla FED stessa (2).
In Inghilterra si è proceduto di recente a sostituire il vecchio schema dei tassi LIBOR (London Interbank Offered Rate) con nuovi tassi di riferimento. In particolare, il LIBOR in sterline britanniche è stato sostituito dal SONIA, lo Sterling Overnight Index Average, calcolato direttamente dalla Bank of England.

(1) Associazione europea di libero scambio. Fanno parte di tale associazione, oltre ai paesi della UE, Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.
(2) Al 31 gennaio 2024 il range è tra il 5,25% e il 5,50%.


Tassi swap 

Un’altra famiglia di tassi di interesse molto utilizzata nel settore bancario è rappresentata dai cosiddetti tassi swap, ossia quei tassi derivanti dal mercato degli Interest Rate Swap (IRS).

Tasso IRS, cos’è? In termini semplici un IRS è un contratto tra due controparti (solitamente banche/investitori istituzionali) che prevede uno scambio periodico di un tasso di interesse fisso contro un tasso di interesse variabile, entrambi applicati su un capitale nozionale deciso dalle controparti stesse, e fino ad una scadenza prefissata. Il compratore dello swap si obbliga a pagare periodicamente (solitamente ogni 6 mesi) un tasso fisso predeterminato, e a ricevere in contropartita un tasso variabile (ad esempio Euribor 6 mesi) dal venditore

 

Gli IRS possono avere scadenze molto lunghe (ad esempio 10, 15, 20, 30 anni), e vengono negoziati tramite intermediari specializzati che fungono da market maker, cioè che espongono giornalmente delle quotazioni espresse come tassi fissi a cui sono disposti ad attivare uno swap. Ogni giorno, dei provider specializzati e autorizzati (ad esempio ICE) calcolano il mid-price (prezzo medio) dei tassi fissi quotati su diverse piattaforme elettroniche dai market maker, e pubblicano il tasso IRS sulle diverse scadenze, da 1 a 30 anni.

I tassi IRS sono molto utilizzati nel settore finanziario/bancario, in special modo per la determinazione del tasso fisso da applicare ad un mutuo. Ad esempio, se un cliente richiede un mutuo a tasso fisso a 20 anni, normalmente la banca applicherà al mutuo il tasso swap a 20 anni più uno spread.
Anche i tassi IRS sono influenzati, sebbene in maniera meno diretta, dall’andamento dei tassi della BCE. 

Rendimento dei titoli di Stato 

I rialzi e riabbassi dei tassi delle banche centrali incidono significativamente sui rendimenti dei titoli di stato dei principali Paesi del mondo.

In Europa, l’andamento dei rendimenti dei titoli governativi può essere apprezzato guardando la curva dei rendimenti (cioè il grafico che rappresenta il rendimento medio dei titoli di stato) pubblicato sul sito della BCE

Per quanto riguarda l’Italia, il rendimento dei titoli governativi può essere apprezzato attraverso i dati pubblicati da Banca d’Italia. In particolare, Banca d’Italia pubblica il Rendistato, cioè il rendimento medio ponderato di un paniere di titoli di Stato aventi scadenza superiore ad un anno (BTP). L’indice è reso disponibile sia con riferimento al paniere nel suo complesso sia disaggregato per fasce di vita residua dei titoli. È inoltre reso disponibile anche il rendimento medio ponderato dei titoli zero coupon con vita residua inferiore all’anno (BOT). 

È importante ricordare che per i titoli di stato a tasso fisso, quali i BTP, l’aumento del rendimento corrisponde ad una diminuzione del prezzo. Esiste infatti una relazione inversa tra rendimento e prezzo di un titolo obbligazionario a tasso fisso: maggiore è il prezzo, minore sarà il rendimento. E viceversa, minore è il prezzo e maggiore sarà il rendimento. 

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