La finanza comportamentale

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Quando si parla di decisioni d’investimento è facile cadere in trappole comportamentali: emozioni, pregiudizi e abitudini possono, infatti, indurre l’investitore a commettere errori di valutazione. 
Per comprendere e affrontare queste dinamiche, può essere utile affidarsi alla Finanza Comportamentale, che, avvalendosi di un approccio multidisciplinare aiuta a descrivere e spiegare gli errori tipici e le distorsioni cognitive in cui l’investitore può imbattersi.

Scopriamo insieme cos’è la finanza comportamentale, cosa studia, qual è il significato di euristiche e bias, quali sono gli errori da evitare e quali pregiudizi possono condizionare le nostre scelte. È possibile ridurre o addirittura eliminare gli errori comportamentali quando si investe?

 

Cos’è la Finanza Comportamentale? 

A differenza della teoria economica classica, che si basa sul principio dell’homo economicus - un individuo perfettamente razionale che prende decisioni in condizioni di informazioni perfette e mira a massimizzare il proprio profitto – la finanza comportamentale si occupa di studiare come le dinamiche psicologiche, gli elementi cognitivi e le variabili emozionali influenzino il processo decisionale di un investitore e le sue scelte economiche.

 

Le origini della Finanza Comportamentale: Kahneman e Tversky 

A metà degli anni ‘70, i vincitori del premio Nobel per l’economia Kahneman e Tversky, con la loro “Teoria del prospetto”, iniziano a mettere in dubbio il paradigma dell’homo economicus. Ritengono, infatti, che per comprendere le azioni individuali occorra analizzare più a fondo i processi cognitivi che stanno alla base delle singole scelte. Nasce la finanza comportamentale, che diventa non solo una nuova branca della finanza tradizionale, ma un modo nuovo per interpretare il comportamento e gli errori degli investitori.
La finanza comportamentale non si presenta come una teoria unitaria, ma come una disciplina in continua evoluzione che si arricchisce continuamente attraverso nuovi studi.

Cosa studia la Finanza Comportamentale? 

La finanza comportamentale è una disciplina che studia come fattori psicologici, emotivi e cognitivi influenzano il comportamento degli investitori. Si avvale del lavoro di diversi tipi di esperti - economisti, psicologi, neuroscienziati - per descrivere e spiegare gli errori tipici e le distorsioni cognitive in cui l’investitore può imbattersi nel momento di raccolta ed elaborazione delle informazioni e quando prende decisioni in condizioni di incertezza.

I principali temi affrontati dalla finanza comportamentale sono tre:
1. Le distorsioni heuristic driven, cioè gli errori cognitivi dovuti alla presenza di euristiche nei processi decisionali delle persone. 
2. I problemi di scelta e frame dependence, cioè l’analisi del modo in cui le nostre scelte sono influenzate dal contesto (il frame appunto) e dal modo in cui vengono rappresentate le informazioni.
3. L’inefficienza dei mercati e la nascita delle bolle speculative.

 

Cosa sono le Euristiche?

Le euristiche sono strategie mentali o scorciatoie cognitive che le persone utilizzano per semplificare i problemi e i processi decisionali: il sistema cognitivo umano, infatti, è un sistema a risorse limitate che, non potendo risolvere i problemi tramite processi matematici e algoritmi complessi, come farebbe un computer, tende a semplificarli per arrivare a soluzioni rapide.

Alcuni esempi di euristiche:

• Euristica della disponibilità

Si riferisce al fatto che gli individui, nella raccolta delle informazioni, sono influenzati dalla facilità con la quale esse possono essere richiamate alla mente. In particolare, è stato provato che il cervello umano tende a giudicare la probabilità di accadimento di un evento sulla base della facilità con cui si riescono a ricordare eventi simili accaduti in passato.

• Euristica della rappresentatività

Attiene alla tendenza degli individui di utilizzare, nella formazione di un giudizio, la somiglianza di un evento con altri elementi di una certa classe. In altri termini, accade che le persone considerino un fenomeno tanto più probabile quanto più esso risulta rappresentativo o comunque in linea con una categorizzazione insita nella nostra mente, generalmente derivata dall’esperienza. In pratica, si ragiona troppo spesso per «stereotipi».

• Euristica dell'ancoraggio

Il termine ancoraggio indica la tendenza a formulare una stima di eventi incerti basandosi su un valore di riferimento, progressivamente aggiustato per arrivare alla previsione finale. Ciò significa che gli individui tendono a farsi influenzare, nelle loro stime, dai cosiddetti «dati guida»: i mercati finanziari generano, ogni giorno, una serie di ancore, rappresentate dai prezzi dei titoli, dal valore degli indici, dal valore delle quote dei fondi comuni, dal livello dei tassi di interesse.

Sebbene le euristiche possano essere strumenti utili per prendere decisioni rapide, spesso conducono a bias cognitivi ed errori comportamentali.

 

Cosa sono i Bias?

I bias sono distorsioni, ovvero deviazioni dalla norma o dalla razionalità nei processi mentali di giudizio, che influenzano il modo in cui percepiamo, interpretiamo e ricordiamo le informazioni.
Quando dobbiamo valutare problemi complessi siamo influenzati da pregiudizi dovuti anche al contesto culturale in cui viviamo, ovvero dalla tendenza a creare una nostra realtà soggettiva che non corrisponde esattamente alla realtà oggettiva indicata dai fatti e dai dati che ci vengono presentati.

Possiamo distinguere due categorie di bias:

I Bias Cognitivi

Sono distorsioni sistematiche nei processi di pensiero e nel modo di ragionare e sono collegati alle scorciatoie mentali (euristiche).

I Bias Emotivi

Sono influenzati da paure, desideri o altre emozioni che alterano il nostro giudizio.

 

Alcuni esempi di bias: 

Overconfidence bias (eccesso di fiducia)

Distorsione cognitiva che conduce gli individui a sovrastimare le proprie capacità e può portare a decisioni rischiose o a un'eccessiva esposizione a determinati rischi.

• Loss aversion bias (avversione alle perdite)

Per molti individui la motivazione a evitare una perdita è superiore alla motivazione a realizzare un guadagno. Ciò può portare a decisioni troppo conservative (non investire e tenere la liquidità sul conto corrente) oppure a prendere scelte non coerenti con i propri obiettivi finanziari.

Confirmation bias (bias di conferma)

Forma di distorsione selettiva della realtà finalizzata a supportare le proprie convinzioni. Nel processo di ricerca delle informazioni spesso gli individui rilevano e interiorizzano solo i dati concordi con le idee personali, ignorando le evidenze che possono contrastare con i propri convincimenti.

Hindsight bias (senno del poi)

Si tratta dell’inclinazione degli individui a ritenere che gli eventi verificatisi nel passato fossero maggiormente prevedibili rispetto alle alternative che non hanno avuto realizzazione. Ad esempio, dopo una crisi di mercato, si ritiene che il collasso fosse agevolmente prevedibile, specie da chi opera nel settore. 

 

Quali sono i principali errori comportamentali in ambito finanziario?

Attraverso la definizione delle euristiche e dei bias cognitivi ed emotivi, la finanza comportamentale ci fa capire meglio perché le persone cadono in errore quando si trovano di fronte a situazioni complesse.


Ma quali sono i principali errori che vengono commessi in ambito finanziario?

1. Bassa partecipazione al mercato finanziario 

Si riscontra, specialmente in Italia, una bassa partecipazione al mercato finanziario e in particolare al mercato azionario. Le persone investono cioè meno di quello che, razionalmente, sarebbe ottimale per raggiungere i propri obiettivi di vita, detenendo una quota di liquidità eccessiva rispetto ai propri bisogni.

2. Basso livello di diversificazione del proprio portafoglio 

Tendenza a detenere portafogli poco diversificati - per tipologia di asset class, emittente, area geografica – concentrando gli investimenti in pochi strumenti: ad esempio investendo prevalentemente in titoli di stato o in obbligazioni ed evitando le azioni; oppure, pur investendo in azioni, si prediligono i titoli di poche società a grande capitalizzazione.

3. Home bias

Tendenza a detenere portafogli concentrati su titoli domestici: ad esempio, si acquistano solo, o prevalentemente, titoli di stato emessi dal proprio governo ed obbligazioni ed azioni di imprese locali.

4. Eccessiva movimentazione di portafoglio

Gli investitori che prediligono il “fai da te”, cioè che acquistano direttamente azioni, obbligazioni, ETF e altri strumenti finanziari, tendono a movimentare eccessivamente il portafoglio e, in particolare, vendono troppo presto i titoli con performance positiva e detengono troppo a lungo i titoli con performance negativa.

5. Comportamento da gregge (herding behaviour)

Gli investitori che commettono questo errore replicano semplicemente le scelte di investimento della maggioranza, senza valutare attentamente gli strumenti che stanno acquistando.
Questo comportamento si intreccia con un altro fenomeno definito attraverso l’acronimo FOMO - fear of missing out - cioè la paura di rimanere “fuori” e di perdere un’occasione.

6. Market timing e panic selling

Alcuni individui tendono a comprare quando i mercati sono già saliti molto, e a vendere in fase di forti ribassi perché presi dal panico di perdere i loro soldi e non poter più recuperare. Ma così facendo il loro timing di ingresso e uscita dal mercato produce effetti negativi sulle performance di lungo termine.

 

Come si possono ridurre gli errori comportamentali?

1. Pianifica: consulta la nostra sezione dedicata alla Pianificazione Finanziaria 
2. Diversifica il portafoglio
3. Evita il market timing
4. Non lasciare che le emozioni guidino le tue decisioni
5. Affidati ad un professionista finanziario
6. Scopri la nostra guida “8 step per approcciare il mondo degli investimenti

 

Conclusioni: Finanza comportamentale e obiettivi di investimento

Anche in presenza di una corretta pianificazione finanziaria, può capitare di incorrere in trappole comportamentali: soprattutto quando i mercati finanziari sono caratterizzati da un’alta volatilità, le scelte guidate da emotività o irrazionalità possono compromettere la possibilità di cogliere eventuali opportunità dei mercati. Il coinvolgimento emotivo e psicologico è comprensibile, ma può essere mitigato applicando un metodo disciplinato che consenta di definire una strategia di investimento in funzione dei reali bisogni, tenendo presente le priorità - pianificando quindi per obiettivi - rispettando le scelte di investimento e l’orizzonte temporale definito.
 

Finanza Comportamentale 3.0 e Personalità Finanziarie

La finanza comportamentale arricchisce l'educazione finanziaria tradizionale aggiungendo tematiche legate alla psicologica e al comportamento adottato dagli esseri umani a fronte di decisioni finanziarie.

Attraverso la finanza comportamentale gli individui possono prendere decisioni finanziarie più consapevoli e razionali, migliorando il loro benessere finanziario a lungo termine. Oggi la finanza comportamentale ha raggiunto una nuova dimensione 3.0, integrando teorie sulle personalità finanziarie e definendo tipologie di investitori comportamentali con l'obiettivo di offrire soluzioni di investimento sempre più personalizzate ed efficaci.

Approfondisci con Enrico Maria Cervellati, professore associato dell’Università degli Studi G. Marconi di Roma e Founder di EMC³Solution.

 

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