Il tessuto imprenditoriale italiano
In Italia ci sono oltre 5 milioni di imprese, la maggior parte delle quali — circa 4,9 milioni — sono piccole e medie realtà, spesso con meno di 10 dipendenti, come professionisti, ditte individuali o aziende familiari. Questo quadro, fornito dall’Istat1, ci permette di comprendere il peso della piccola e media impresa italiana e quanto sia importante sostenerla.
Molte di queste imprese incontrano, infatti, difficoltà nell’accesso ai finanziamenti necessari per crescere rapidamente, proprio quando la crescita è più urgente.
Proprio per questo, il risparmio gestito può assumere un ruolo centrale, fungendo da collegamento tra i capitali di investitori privati e istituzionali e le esigenze concrete dell’economia reale, favorendo così nuove opportunità di crescita.
Mercati privati: un’opportunità per imprese e investitori
L’Italia è caratterizzata da un mercato industriale in cui la stragrande maggioranza delle PMI non è quotata. Questo comporta due bisogni convergenti:
- da un lato, gli investitori sono sempre più interessati ai mercati privati, in cerca di diversificazione e ritorni potenzialmente più elevati;
- dall’altro, molti imprenditori sono oggi più aperti ad accogliere capitale esterno, sia di debito sia di rischio, per finanziare la crescita o affrontare passaggi generazionali.
In questo quadro, strumenti come i fondi di private equity e i fondi di private debt diventano importanti. Non si pongono in alternativa al credito bancario, ma in modo complementare, ampliando le opzioni a disposizione delle imprese.
Saving and Investment Union (SIU) – ruolo e prospettive
Anche l’Unione Europea, attraverso la Saving and Investment Union (SIU), sta lavorando per creare un ecosistema finanziario integrato a livello europeo che colleghi il risparmio dei cittadini agli investimenti produttivi, come quelli nelle PMI, e che possa far fronte al fabbisogno di investimenti aggiuntivi che il Rapporto Draghi stima tra 750 e 800 miliardi di euro all’anno entro il 20302, necessari per affrontare sfide come la transizione ecologica, le innovazioni tecnologiche e le nuove dinamiche geopolitiche.
Questa iniziativa mira a facilitare l’accesso ai capitali per le imprese innovative e di piccole dimensioni, che spesso incontrano difficoltà nel trovare finanziamenti adeguati solo tramite il sistema bancario tradizionale. Creando mercati dei capitali più integrati e sviluppati, la SIU permette di mettere in contatto diretto ed efficiente il capitale privato con le esigenze di crescita delle imprese, supportando così una crescita sostenibile e duratura non solo in Italia, ma in tutta Europa.
Nel 2025 la SIU si sta già occupando di temi chiave quali la promozione della partecipazione dei risparmiatori retail ai mercati dei capitali e il miglioramento dell’alfabetizzazione finanziaria, lo sviluppo del settore delle pensioni complementari e il rafforzamento dell’integrazione dei mercati finanziari europei.
Nel 2026 la Saving Investment Union prevede ulteriori iniziative volte a incentivare gli investimenti in capitale di rischio e a valutare la situazione complessiva del settore bancario europeo.
Per il secondo trimestre del 2027 è invece fissata l’analisi di medio termine in cui la Commissione Europea valuterà i progressi della SIU e definirà le eventuali azioni correttive per assicurare il successo del progetto.
Selezione, competenza e accessibilità controllata
È bene ricordare che i mercati privati non sono per tutti. Si tratta di un universo con elevata dispersione dei rendimenti, in cui la selezione dei fondi e degli asset è cruciale. Servono quindi competenze specifiche, sia per individuare aziende più interessanti sia per gestire il rischio.
Per questo motivo, è fondamentale che l’accesso agli investimenti in private market avvenga attraverso veicoli professionali e attraverso il supporto chiave di una consulenza qualificata.
Democratizzazione dei mercati privati: verso un accesso più ampio
Se non una vera e propria “democratizzazione”, oggi possiamo parlare di un chiaro movimento verso una maggiore apertura dei mercati privati agli investitori retail, grazie a strumenti come:
- polizze assicurative e fondi pensione, che attraverso la gestione delle riserve tecniche possono allocare parte del portafoglio in asset illiquidi, come appunto i mercati privati;
- PIR alternativi, che permettono anche agli investitori individuali di partecipare, in modo strutturato e mediato, alle opportunità offerte dai mercati privati.
Per i risparmiatori meno esperti, la via preferibile resta quindi l’accesso indiretto, attraverso gestori professionali che operano con logiche istituzionali e in un contesto regolamentato. D’altro canto, invece, per gli investitori più sofisticati, con patrimoni più rilevanti, è possibile anche accedere direttamente.
Conclusioni sui private market
L’incontro tra le esigenze di crescita delle PMI italiane e la domanda di diversificazione degli investitori può generare un circolo virtuoso per lo sviluppo dell’economia reale. Affinché ciò avvenga in modo sostenibile, è essenziale rafforzare le infrastrutture finanziarie e valorizzare la competenza professionale che permette di accedere a questi mercati, mantenendo un equilibrio tra accessibilità e protezione del risparmio.
1 Fonte ISTAT, annuario statistico italiano 2024
2 Per approfondire commission.europa.eu/topics/eu-competitiveness/draghi-report_en
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