Obbligazioni: definizione, tipologie e funzionamento
Considerate per decenni dai risparmiatori come un “porto sicuro”, sono tornate fra gli strumenti preferiti nei portafogli degli italiani. Ma cosa sono le obbligazioni e perché sono importanti nella cultura finanziaria?
Le obbligazioni sono strumenti finanziari utilizzati da Stati e società per raccogliere capitali. Quando un investitore acquista un’obbligazione, presta del denaro all’emittente, il quale si impegna a restituire il capitale alla scadenza e a pagare interessi periodici, chiamati cedole.
Scopriamo insieme come funzionano le obbligazioni, le tipologie esistenti e il significato di termini come rating, inflation-linked, BOT, BTP e molto altro.
Cosa sono le obbligazioni?
Le obbligazioni sono titoli di credito che rappresentano una parte di debito acceso da una società o da un ente pubblico per finanziarsi. Chi acquista un'obbligazione versa del denaro a chi l'ha emessa - emittente - che lo utilizza per finanziarsi e si impegna a restituirlo alla scadenza e a pagare interessi periodici (cedole).
Come funzionano le obbligazioni?
Per comprendere il funzionamento delle obbligazioni è utile chiarire il significato dei seguenti termini:
Valore nominale: la somma che l’emittente si impegna a restituire all’investitore alla scadenza. Il valore nominale è importante perché serve come base per calcolare gli interessi e il rendimento dell’obbligazione.
Cedola: è l’interesse periodico che l’emittente paga all’investitore durante la vita dell’obbligazione. Viene calcolata come una percentuale sul valore nominale, chiamata tasso cedolare.
Scadenza: quando l’obbligazione viene rimborsata (es. dopo 5 anni).
Il funzionamento delle obbligazioni è semplice: il suo possessore riceve regolarmente il pagamento delle cedole (interessi calcolati sul valore nominale) e alla scadenza rientrerà in possesso del capitale investito.
Esempio pratico:
Acquisti un’obbligazione da 1.000 € con scadenza 5 anni e cedola annuale del 4%.
Ogni anno ricevi 40 € di interessi (il 4% di 1.000).
Alla scadenza, ricevi i 1.000 € iniziali (a meno che l’emittente non vada in default).
Attenzione: esistono alcune eccezioni, come le Obbligazioni Zero Coupon, così dette perché per esse non è previsto il pagamento degli interessi, ma uno sconto sul prezzo di emissione.
Scadenza: obbligazioni a breve, medio e lungo termine
La scadenza è la data in cui l’emittente dell’obbligazione si impegna a restituire all’investitore il capitale nominale prestato.
In base alla loro durata le obbligazioni si possono classificare in:
- Obbligazioni a breve termine: scadenza di norma inferiore a 1-2 anni. Sono più liquide e meno sensibili ai cambiamenti dei tassi di interesse ma, generalmente, offrono rendimenti più bassi.
- Obbligazioni a medio termine: scadenza generalmente tra 2 e 5 anni. Offrono un maggior equilibrio tra rischio e rendimento, con una certa stabilità.
- Obbligazioni a lungo termine: scadenza superiore a 5 anni. Di solito offrono cedole più alte, ma sono più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse e al rischio di mercato.
La scelta della durata ideale dipende da bisogni personali come l’orizzonte temporale dell’investimento, la propensione al rischio e gli obiettivi finanziari. Conoscere le caratteristiche delle obbligazioni è quindi importante per costruire un portafoglio bilanciato.
Rendimento e calcolo delle obbligazioni
Investendo in obbligazioni la remunerazione avviene:
• dall’incasso delle cedole che l’emittente paga periodicamente;
• dall’eventuale reinvestimento delle cedole incassate;
• dall’eventuale differenza tra il prezzo di acquisto dell’obbligazione ed il prezzo di vendita (se prima della scadenza) o il valore nominare (pari a 100, alla scadenza dell’obbligazione).
Tipologie di obbligazioni
Le obbligazioni possono essere classificate in diversi modi, principalmente in base al tipo di emittente, al tasso di interesse e alla presenza di caratteristiche aggiuntive.
Inizialmente possiamo distinguere due macro-tipologie: le obbligazioni ordinarie, dette anche plain vanilla (espressione inglese molto usata in finanza per indicare un prodotto semplice e standard, senza caratteristiche complesse o particolari) e le obbligazioni strutturate, ossia obbligazioni con una componente derivativa che consente al sottoscrittore di percepire un rendimento legato all’andamento di un’attività sottostante (indici azionari, valute ecc).
Vediamo di seguito le ulteriori tipologie di obbligazioni.
Obbligazioni a tasso fisso
Le obbligazioni a tasso fisso remunerano l’investimento a un tasso di interesse fisso stabilito prima dell’emissione.
Obbligazioni a tasso variabile
Le obbligazioni a tasso variabile remunerano l’investimento a un tasso di rendimento che varia in base a un parametro di riferimento, che può essere di natura monetaria, finanziaria o in base all’andamento del prezzo di materie prime. Il tasso varia in determinate scadenze temporali seguendo i tassi di mercato.
Obbligazioni convertibili
Attribuiscono al possessore il diritto di convertirle, nei termini e con le modalità prefissate, in azioni della società emittente o di altre società, a un prezzo prestabilito. La decisione di convertire o meno l'obbligazione può essere rimessa all'emittente o all'investitore, ma non è obbligatoria.
Obbligazioni Zero-Coupon
Obbligazioni prive di cedola, il cui rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di emissione e il valore di rimborso.
Obbligazioni Inflation-Linked
Obbligazioni il cui valore nominale è indicizzato al tasso di inflazione e pagano cedole che vengono calcolate sul valore nominale adeguato all’inflazione.
Obbligazioni Callable
Obbligazioni che prevedono il diritto di rimborso anticipato da parte dell’emittente.
Tipologie di emittenti obbligazionari
Gli emittenti obbligazionari sono i soggetti che emettono obbligazioni per raccogliere capitali da investitori. In base alla natura dell’emittente, le obbligazioni si distinguono in:
• obbligazioni governative emesse da Stati sovrani;
• obbligazioni societarie (o corporate) emesse da aziende o da banche.
Ecco le principali categorie di emittenti obbligazionari:
1. Stati sovrani (governi). Paesi che emettono obbligazioni per finanziare il debito pubblico.
Esempi: Titoli di Stato (ad esempio i BTP in Italia, i Treasury bonds negli Stati Uniti, i Bund in Germania).
2. Enti sovranazionali. Organizzazioni internazionali (ad esempio Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale) che emettono obbligazioni per finanziare progetti comuni.
3. Regioni, comuni ed enti locali. Amministrazioni pubbliche locali che emettono obbligazioni per finanziare opere pubbliche. Ad esempio, i Municipal bond negli USA.
4. Banche e istituzioni finanziarie. Intermediari finanziari che raccolgono capitali tramite obbligazioni.
Esempi: Obbligazioni bancarie, covered bond.
5. Società private (corporate). Aziende che emettono obbligazioni per finanziare la crescita, investimenti o rifinanziare debiti.
Differenza tra obbligazioni e titoli di stato
I titoli di Stato sono un tipo specifico di obbligazione, emessa dai governi per raccogliere fondi necessari a finanziare la spesa pubblica, il debito e altri impegni economici. Ogni Stato ha i propri strumenti e li emette con caratteristiche diverse a seconda delle esigenze di finanziamento e delle condizioni economiche. Questi titoli possono variare per durata, tipo di interesse, valuta e grado di rischio percepito.
Vediamo alcuni esempi.
BOT, BTP e Bund
I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) sono titoli di Stato italiani a breve termine (3, 6 o 12 mesi), senza cedola (obbligazioni zero-coupon). Si acquistano sotto il valore nominale e alla scadenza si incassa l'intero importo. Sono usati per finanziare esigenze a breve termine dello Stato.
I BTP (Buoni Poliennali del Tesoro) sono titoli a medio-lungo termine (da 3 a 30 anni), con cedole semestrali. Sono pensati per investitori che cercano un flusso di reddito costante e una durata più lunga.
I Bund sono i titoli di Stato tedeschi a medio-lungo termine, pagano interessi regolari (cedole) e sono spesso usati come riferimento (benchmark) nei mercati finanziari.
La differenza di rendimento tra BTP e Bund sulla durata decennale misura il cosiddetto spread.
Criteri di classificazione delle obbligazioni
I titoli obbligazionari possono essere classificati in base a diversi criteri fondamentali. Ecco i principali:
1. Struttura del titolo: scadenza (breve, medio o lungo termine); tipo di cedola (fissa, variabile, zero coupon); modalità di rimborso del capitale (unica soluzione o rimborsi parziali periodici); seniority (ossia la priorità nell’accesso al rimborso del capitale in caso di default dell’emittente. Ad esempio i “titoli senior” hanno una priorità più alta nel rimborso, mentre i “titoli subordinati” sono rimborsati solo dopo i senior e sono quindi più rischiosi).
2. Emittenti: Stati sovrani, Enti pubblici, Società private, Istituzioni finanziarie.
3. Merito di credito (Rating): ossia la valutazione della solvibilità dell’emittente, cioè della sua capacità di onorare gli impegni finanziari. Approfondiamo nel prossimo paragrafo.
Significato del rating delle obbligazioni
Il rating è un indicatore sintetico del grado di solvibilità di un soggetto (Stato o impresa) che emette strumenti finanziari di natura obbligazionaria ed esprime una valutazione circa le prospettive di rimborso del capitale e del pagamento degli interessi dovuti secondo le modalità e i tempi previsti.
Eurizon classifica gli strumenti finanziari di “adeguata qualità creditizia” sulla base del sistema interno di valutazione del merito di credito. Tale sistema può prendere in considerazione, tra gli altri elementi di carattere qualitativo e quantitativo, i giudizi espressi da una o più delle principali agenzie di rating del credito stabilite nell'Unione Europea e registrate in conformità alla regolamentazione europea in materia di agenzie di rating del credito, senza tuttavia fare meccanicamente affidamento su di essi.
Le posizioni di portafoglio non rilevanti possono essere classificate di "adeguata qualità creditizia" se hanno ricevuto l'assegnazione di un rating pari ad investment grade da parte di almeno una delle citate agenzie di rating. Per i fondi di mercato monetario l’adeguata qualità creditizia deve rispettare i criteri previsti per tale tipologia di fondi dal Regolamento della Banca d’Italia dell’8 maggio 2012 e successive modifiche.
In base al rating assegnato le obbligazioni si suddividono in due grandi categorie, che riflettono livelli diversi di affidabilità e rischio per l’investitore: obbligazioni investment grade e obbligazioni high yield.
Approfondiamo il significato.
Obbligazioni investment grade e high yield
1. Obbligazioni Investment Grade: obbligazioni di alta qualità (di norma più sicure) con rating compreso tra AAA e BBB. Gli emittenti di questi titoli hanno una buona capacità di onorare gli impegni finanziari; quindi, il rischio di default è basso. Sono preferite dagli investitori più prudenti.
2. Obbligazioni High Yield: sono obbligazioni con rischio più elevato, hanno rating inferiore a BBB o possono anche essere prive di rating. Offrono rendimenti più alti per compensare il rischio maggiore di insolvenza o default. Sono scelte da investitori disposti a correre rischi maggiori per ottenere potenzialmente guadagni superiori.
Altre categorie di obbligazioni
Tra le varie tipologie di obbligazioni vi sono anche quelle destinate a finanziare attività che contribuiscono allo sviluppo sostenibile quali i green bond, social bond e sustainability bond.
Green Bond
Obbligazioni i cui proventi devono essere destinati a finanziare o rifinanziare progetti a tutela dell’ambiente, ad esempio energie rinnovabili, efficienza energetica, trasporto sostenibile, gestione delle acque, edilizia ecologica. Il capitale raccolto è vincolato a progetti con benefici ambientali misurabili.
Social Bond
Sono obbligazioni i cui proventi devono essere destinati a finanziare o rifinanziare, interamente o in parte, iniziative sociali come ad esempio istruzione, occupazione, sostegno di gruppi vulnerabili.
Sustainability Bond
Sono obbligazioni destinate a finanziare o rifinanziare, interamente o in parte, sia progetti ambientali sia progetti sociali.
I vantaggi di investire in obbligazioni
1. Liquidità
I titoli governativi, come Bund tedeschi, BTP italiani o US Treasury, sono generalmente molto liquidi, cioè facilmente comprabili e vendibili sul mercato senza grandi perdite di valore.
2. Rendimenti interessanti
Storicamente, alcune obbligazioni governative di Paesi affidabili hanno offerto rendimenti interessanti, equilibrando rischio e profitto.
3. Potenziale conservazione del capitale
Le obbligazioni, soprattutto quelle investment grade o titoli di Stato, sono considerate strumenti relativamente sicuri che possono aiutare a preservare il capitale investito.
4. Flusso cedolare
Le obbligazioni spesso pagano cedole periodiche che possono rappresentare una fonte di reddito stabile per l’investitore.
5. Minore volatilità rispetto alle azioni
Rispetto ai titoli azionari, le obbligazioni tendono a subire meno oscillazioni di prezzo, offrendo maggiore stabilità al portafoglio.
6. Diversificazione dall’investimento azionario
Aggiungere obbligazioni a un portafoglio azionario può ridurre il rischio complessivo.
7. Protezione dall’inflazione inattesa
Alcune obbligazioni, dette inflation-linked, il cui rendimento è indicizzato all’inflazione.
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