Pir fra presente e vecchie regole
Corcos, a sei mesi dall’entrata in vigore dei decreti attuativi sui nuovi Pir, parla dell’impatto della nuova normativa e – dati i risultati - degli interventi che potrebbe decidere di mettere in atto il Ministero dello Sviluppo Economico. Interventi che Corcos auspica per evitare che la fase di stallo prosegua: “Resto convinto che l’inserimento di asset liquidi nel portafoglio dei fondi aperti possa creare grandi problemi di gestione e i recenti negativi accadimenti che hanno interessato alcune importanti società del risparmio gestito ne sono un esempio significativo”.
All’AD di Eurizon e presidente di Assogestioni viene chiesto anche degli Eltif - “Il fondo chiuso è il veicolo più adatto per investire in venture capital e più in generale su asset liquidi” – e delle idee per far ripartire il mercato. Una di queste è appunto quella di tornare alla versione originale dei Pir, che non ha vincoli minimi di investimento sull’Aim e sul venture capital. Un tema su cui Assogestioni si sta confrontando concretamente con il governo e gli altri operatori.
Ma cosa rispondere a chi dice che tornando indietro non si agevoli la destinazione dei flussi all’economia reale? “Sull’Aim e sul comparto delle small cap è confluito rispettivamente il 2 e il 3% dei flussi investiti al di fuori dell’indice FTSE Mib, percentuali che rappresentano il 10% del flottante di questi mercati: sono numeri importanti”. Non solo. Secondo Corcos i Pir hanno mosso 15 miliardi, avvicinando un certo tipo di pubblico e dando vivacità a un mercato che ora è di nuovo fermo.
“Ripristinare le vecchie regole sui Pir, legare economia reale e risparmio” – Sole 24 Ore, 20 settembre 2019